Le usanze di fine anno. 2016

Foto: Aleks Falcone

Il duemilasedici e il duemiladiciassette si toccheranno a mezzanotte di stasera. In tutto il mondo sarà celebrato il passaggio con i riti del caso – concerti, balli di gruppo, fuochi d’artificio – e ovviamente le cene che precedono i brindisi.Immancabili, le tradizionali superstizioni legate ad auspici di buona fortuna o presagi di sventura. Spesso sono credenze così antiche e radicate che nemmeno i più scettici possono sfuggirvi.

A tavola, per esempio, ci sono le lenticchie obbligatorie. Si devono mangiare preferibilmente a mezzanotte, sfidando il bruciore di stomaco, perché portino ricchezza. L’origine di questa usanza è un rito pagano, però non ci badano nemmeno i preti e scucchiaiano allegramente.
C’è anche l’uva. Bisogna mangiarne solo 12 acini, uno per ogni rintocco dell’orologio nell’ora fatidica, e i chicchi di melograno, frutti altrettanto indicati per assicurarsi abbondanza nell’anno nuovo. Si parla un gran bene anche di fichi secchi e datteri, che per qualche motivo simboleggiano protezione.

Certo, nulla vieta di farsi bistecche o risotti, stasera. Tanto più che la lenticchia non risulta aver mai arricchito nessuno. Al contrario, Esaù, secondo il racconto biblico, ci rimise parecchio. Quindi stasera mangiate come vi pare, senza timore per quel che accadrà il prossimo anno. Magari evitando pollo o tacchino, che sembra portino malissimo. Siete avvisati, eh.

Ed ecco che, dopo cena, arriva il momento fatidico, scandito dal capofamiglia: “dieci, nove, otto…“, Francuccio prepara le bottiglie di spumante, “…sette, sei…“, tutti prendono un bicchiere, “…cinque, quattro…“, Cinzio è rimasto senza e si lamenta, “…tre, due…“, zia Cosimina non sente niente da decenni e sta già tagliando il panettone, “…uno, (pausa suspance) e buonannonuovo!“, tutti urlano o fanno auguri a casaccio o entrambe le cose. Cinzio è l’unico seduto. Gesticola perché ha acchiappato il tappo con la faccia, anche quest’anno.

Zia Cosimina non si è accorta di niente. Non brinda dal 1989, quando ancora sentiva saltare i tappi di spumante. Ignorare il calendario però le fa bene: guardatela, 98 anni e sembra appena ottantenne.

Durante gli istanti confusi del brindisi, fate attenzione ai familiari superstiziosi. Si dice che porti fortuna per tutto l’anno intingere un dito nel bicchiere di spumante e toccare dietro le orecchie di qualcuno. Noi dubitiamo che tali pratiche siano realmente efficaci, ma abbiamo la fondata certezza che sia poco igienico lasciare che qualcuno infili le mani nel vostro bicchiere. Salute!

In ogni caso, auguri di buon duemiladiciassette dalla Filodrammatica Partenopea.
Sparate facezie, non petardi.

 

https://www.youtube.com/watch?v=dDya1oamf70

Cupiello… alla radio!

Foto: Enciclopedia della donne

Isabella Quarantotti con Eduardo (foto: Enciclopedia della donne)

Nel 1959 Eduardo realizzò e diresse le versioni radiofoniche di alcune sue opere. Tra queste, Natale in casa Cupiello, in un’allestimento molto particolare.
Vi troviamo infatti Pietro De Vico nella parte di Tommasino e nei panni di Concetta, Pupella Maggio. La stessa parte, nella versione televisiva del 1962 verrà invece affidata all’attrice Nina De Padova, con Tommasino affidato ancora a De Vico. Ritroveremo Pupella Maggio in un secondo allestimento televisivo, quello del 1977, con Luca De Filippo che interpreta Tommasino.

Altra curiosità? La voce guida che descrive gli ambienti e le scene in questa edizione radiofonica è la scrittrice Isabella Quarantotti, che all’epoca collaborava con la RAI ed era sposata in seconde nozze con Alec Smith, un poeta inglese.

Non sappiamo se questa fu l’occasione in cui conobbe Eduardo, ma sappiamo che nel 1965 diventerà sua compagna. I due si sposarono nel 1977 nel teatro San Ferdinando, di proprietà del drammaturgo napoletano.

Qui sotto, i link per ascoltare la trasmissione RAI originale.